RUOTE LIBERE Cinzia Franchini tuona: "L'infrastruttura è da rivedere. L'autotrasporto penalizzato, soprattutto d'estate"

Giovedí, 18 Luglio 2024

"Il sistema infrastrutturale italiano, come ogni anno, mostra nel periodo estivo tutta la sua fragilità e inadeguatezza. Mentre il ministro Salvini è impegnato a promuovere il Ponte sullo Stretto, le criticità che denunciamo da anni non vengono sfiorate e, anzi, col passare del tempo si aggravano.

Soprattutto in questi mesi gli autotrasportatori sono costretti a fare i conti con un traffico insostenibile legato alla presenza di vacanzieri italiani e stranieri. Il risultato è doppiamente negativo: da un lato chi utilizza le strade e autostrade italiane per lavoro deve affrontare vere e proprie odissee, dall'altro l'attrattività turistica del Paese risulta gravemente compromessa". A parlare è la presidente di Ruote Libere Cinzia Franchini.

"Come denunciato da un nostro associato, partendo da Latina si impiegano spesso fino a 4 ore per arrivare all'altezza di Fiano Romano appena sopra Roma - continua Franchini -. Di fatto traffico, cantieri e immancabili incidenti costringono gli autotrasportatori a terminare le proprie ore di guida (ricordo che il periodo di guida consecutivo non può superare le quattro ore e mezza) per percorrere poco più di 120 chilometri.

Un fardello che grava sia sulle strade provinciali e statali, sia sulle autostrade, con costi enormi per gli autotrasportatori che vedono impennare i tempi dei viaggi e, quindi, di consegna. I limiti della rete infrastrutturale sono evidenti: dalla semplice assenza di adeguate aree di sosta alle ormai perenni promesse irrealizzate sulle grandi opere, penso all'autostrada Tirrenica, alla Cispadana o alla Bretella Cisterna-Valmontone, delle quali si parla vanamente da decenni". 

"Ecco allora che ci si concentra su opere spot e da vetrina come il progetto del Ponte sullo Stretto o su polemiche legate alla carenza di autisti. Il problema della mancanza di autisti esiste, ma gli autotrasportatori, se adeguatamente pagati, non mancherebbero e, parallelamente, è chiaro come le grandi opere non possano prescindere dal mettere mano alle urgenze di una rete al collasso. Constatazioni evidenti a tutti ma che il Governo, con la complicità di un vecchio sistema associativo silente, finge di dimenticare".

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