MERCI / Progetto di riforma del ministro Lupi, arrivano tagli

Lunedí, 20 Gennaio 2014

Era stato lui stesso ad annunciare, nell'ultima assemblea di Assoporti, la volontà di far compiere uno scatto avanti alla portualità nazionale, riducendo il numero delle attuali 24 Autorità portuali, per inserirle in un più ampio contesto di distretto logistico. Una semplificazione necessaria (anche sotto il profilo della spending rewiew) e più omogenea all'indirizzo preso dell'Ue, che ha individuato i porti inclusi nelle reti di trasporto (Ten-T) e nei corridoi europei. Ora la bozza di riforma è pronta (ancorché suscettibile di modifiche) ed è stata inviata ai presidenti delle commissioni trasporti di Camera e Senato.
Il primo comma di quello che potrebbe diventare un decreto legge, è il cardine su cui si muove il progetto di riforma messo a punto dai tecnici del ministro. La norma, infatti, individua «un'Autorità portuale e logistica di interesse strategico nei seguenti distretti (otto in tutto, ndr): Alto Tirreno, Medio Tirreno, Basso Tirreno, Alto Adriatico, Medio Adriatico, Basso Adriatico-Ionio, Sicilia, Sardegna, che comprendono i nodi europei della rete Ten-T». All'interno di questo schema il ministro non ha ancora stabilito quali delle attuali Authority faranno parte di uno o dell'altro distretto (nell'infografica accanto presentiamo una possibile ipotesi). Alcuni porti, in effetti, potrebbero entrare sia in uno schema che in un altro. È il caso, ad esempio, di Livorno che potrebbe essere inserito sia nell'alto che nel medio Tirreno.
In ogni caso, alle nuove Authority «saranno trasferite le risorse umane e strumentali delle Autorità portuali», mentre cessano, con l'entrata in vigore del decreto, «gli organi delle autorità portuali accorpate e le altre sono trasferite alle Regioni». La delimitazione dei distretti logistici e l'identificazione dei porti inclusi nel distretto, recita la bozza, saranno effettuate sulla base di precisi criteri, che sono: l'appartenenza alle reti Ten-T; il rilievo del porto rispetto a dimensioni, tipologia e qualità del traffico, ubicazione territoriale, collegamento funzionale con i corridoi multimodali europei e ruolo strategico nei traffici internazionali; poi è richiesta «coerenza con la programmazione logistica nazionale con proiezione almeno decennale» e disponibilità di collegamenti ferroviari e stradali con reti prioritarie.
Crescono, inoltre, le funzioni delle Autorità portuali che, secondo la bozza di decreto, avranno anche il compito di predisporre un piano integrato logistico, da sottoporre all'approvazione del ministero delle Infrastrutture «per la verifica della coerenza con il piano nazionale della portualità e della logistica».
Le Autorità controlleranno poi le attività dirette alla fornitura di servizi di interesse generale; dovranno promuovere le attività commerciali e industriali «essenziali all'efficienza e competitività del distretto logistico, anche attraverso intese con soggetti pubblici e privati nonché con i gestori delle reti, delle infrastrutture e dei servizi di trasporto». Le Authority amministreranno anche, in via esclusiva, le aree e i beni del demanio marittimo nel distretto di competenza e saranno chiamate a promuovere «progetti di integrazione multimodale per la movimentazione» di merci e persone e «sistemi di sportelli unici» per ridurre le lungaggini burocratiche. Le Autorità potranno, inoltre, acquisire partecipazioni «in società operanti anche all'estero nei settori di pertinenza».
Cambiano, poi, gli organi di governo delle Authority. Nel testo di Lupi scompaiono i comitati portuali e nasce il consiglio direttivo, a coadiuvare l'opera del presidente (che «è nominato con decreto del ministro delle Infrastrutture, d'intesa con i presidenti delle Regioni interessate») e del segretario generale. Il consiglio direttivo include, oltre al presidente, un componente designato dal ministero delle Infrastrutture, un rappresentante delle capitanerie, uno delle strutture interportuali e intermodali operanti nel distretto logistico e un componente designato da ciascuna Regione del distretto. È prevista poi una commissione consultiva, composta da sei rappresentanti dei lavoratori di imprese del distretto nonché un rappresentante di armatori, industriali, spedizionieri e agenti marittimi, autotrasportatori, imprese ferroviarie.
Ma è il consiglio direttivo che adotta il piano integrato logistico, i piani regolatori dei porti del distretto, approva il bilancio, delibera su autorizzazioni e concessioni e così via. Insomma, opera come un Cda. La bozza, infine, conferma l'autonomia finanziaria concessa ai porti con le recenti modifiche della 84/94 e ne cancella il limite di 90 milioni annui. (fonte cnafita.it)

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