PROPOSTA / Costi standard per il trasporto pubblico locale

Martedí, 18 Giugno 2013

Arriva da un gruppo di lavoro dell'università La Sapienza il modello per determinare il costo standard per il trasporto pubblico locale su autobus. La proposta è stata presentata oggi a Roma (alla residenza di Ripetta a partire dalle 10,30) in un convegno organizzato da Anav, l'associazione di imprese di trasporto passeggeri aderente a Confindustria. Il principio del costo standard per i servizi pubblici è entrato da tempo nel nostro ordinamento: la legge 42/2009 sul federalismo fiscale, nel precisare le regole di finanziamento delle autonomie per i compiti esercitati, parla di “costi standard associati ai livelli essenziali delle prestazioni fissati dalla legge statele in piena collaborazione con le Regioni e gli enti locali”. Al costo standard viene collegato il criterio di efficienza e di appropriatezza del servizio. Di costo standard e di trasporto pubblico locale parla poi la legge 135/2012. Finora, però, nessuno si era avventurato a quantificare il costo standard per il trasporto pubblico locale, anche perché l'Osservatorio nazionale (previsto dalle legge 244/2007), che dovrebbe curare la banca dati del settore, è stato costituito da poco. Il lavoro della Sapienza è nato dalla collaborazione tra le Aziende Anav e l'università. “Il finanziamento pubblico per il trasporto locale – dice il presidente Anav Nicola Biscotti – è sempre più soggetto alle ristrettezze di bilancio. L'unica risposta che si può dare è cercare di razionalizzare la spesa e ridurre gli sprechi. Attraverso il costo standard possiamo determinare quanto costa produrre il servizio con materiale rotabile adeguato. In questo modo siamo responsabili di fronte al committente e ai cittadini”. Il modello della Sapienza, nei giorni scorsi, è stato presentato al ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi. “Siamo consapevoli – spiega Biscotti – che la definizione del costo standard richiede un percorso condiviso con le aziende del settore, pubbliche e private, e le istituzioni. Gli sprechi non si possono eliminare con i tagli lineari, che mettono sullo stesso piano le imprese che funzionano e quelle che non funzionano. Il modello della Sapienza consente di sviluppare il sistema, perché nel costo standard si tiene conto anche degli investimenti: è possibile tarare il costo standard in base alla qualità del materiale rotabile”.
!L'analisi della Sapienza – spiega Giuseppe Catalano, professore presso il dipartimento di Ingengeria informatica, automatica e gestionale – è stata condotta sui dati trasmessi dalle aziende associate ad Anav, che svolgono servizio pubblico per 100 milioni di chilometri l'anno: costi amministrativi e del personale, chilometri percorsi, spese di ricambi, manutenzione e carburante, tasse di circolazione, polizze, costo corrente di ammortamento dei veicoli, incidenza dell'Irap. Il costo standard nel 2011 è di 3,29 euro a chilometro nell'extraurbano e 4,25 nell'urbano. In prospettiva il costo standard sarà determinato di caso in caso da una regressione che considera il contesto in cui opera l'impresa – la velocità commerciale – le caratteristiche dimensionali – i chilometri percorsi – e parametri che incentivino efficacia ed efficienza, come l'incidenza degli ammortamenti”. Il costo standard può essere applicato gradualmente, in modo da correggere pian piano le storture dei rimborsi sulla spesa storica.

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