LA CORONA PADANA Al convegno di Genova si affronta l'importanza dei retroporti per una migliore logistica
Per decenni, le grandi aree logistiche della Pianura Padana, in particolare in Piemonte e Lombardia, sono state il fulcro per l'invio e la ricezione delle merci italiane, utilizzando i porti del Nord Europa situati a oltre 1200 km di distanza.
Tuttavia, nei prossimi anni, importanti interventi infrastrutturali, come la costruzione della Diga del Porto di Genova (che permetterà l'ingresso delle navi porta container giganti) e il Terzo Valico ferroviario (che ridurrà i tempi di percorrenza tra Genova e Milano da oltre un'ora e 40 minuti a meno di 50 minuti), potrebbero cambiare radicalmente il panorama logistico del Nord-Ovest italiano.
Con l'aumento del traffico nei porti di Genova e Savona, i terminal portuali non potranno più utilizzare aree per lunghe soste di container vuoti, dovendo invece concentrarsi sull'efficienza e la fluidità dei traffici e degli smistamenti da e per il porto. In questo contesto, i retroporti potrebbero diventare fondamentali per la competitività del sistema portuale italiano. Questo tema è stato trattato con chiarezza durante il convegno “La Corona Padana” organizzato dalla Fondazione Slala a Genova. L'evento ha delineato un network di aree portuali, da Alessandria a Rivalta Scrivia, che potrebbe diventare il fulcro della portualità ligure dopo anni di dibattiti.
Nel corso del convegno, aperto dal Sindaco di Genova Marco Bucci, è stato presentato uno studio condotto dalla Fondazione Slala in collaborazione con il Centro di analisi Giuseppe Bono. Lo studio ha evidenziato numerosi problemi ancora irrisolti, come la necessità di un servizio navetta stradale o ferroviario per i container tra porti e retroporti. Questo servizio, nonostante la complessità aggiuntiva e i costi di movimentazione, è essenziale per mantenere l'efficienza e la competitività economica del sistema logistico integrato previsto.
È emersa con forza la necessità di un piano logistico coordinato, soprattutto in vista degli investimenti di oltre sei miliardi di euro per opere infrastrutturali come la Diga del Porto di Genova e il Terzo Valico ferroviario Genova-Milano. Raffaella Paita, Coordinatrice di Italia Viva, ha sottolineato l'importanza di evitare che il Terzo Valico entri in servizio senza la realizzazione simultanea dei quadruplicamenti di linea da Novi per Milano e Torino, opere ancora in attesa di completamento.
I relatori hanno insistito sull'importanza di procedere con questi progetti senza lasciarsi influenzare da eventi politici che potrebbero danneggiare il territorio e le comunità. Il convegno “La Corona Padana” ha evidenziato non solo la dimensione delle opere in corso, ma anche la necessità di realizzare interventi minori, ma cruciali per la fluidità dei traffici e l'efficienza del sistema logistico.
Il Viceministro Edoardo Rixi ha ricordato che queste opere, che fanno del Nord-Ovest la seconda area al mondo dopo la Cina per l'uso di talpe per la costruzione di gallerie e tunnel, contribuiranno con 8 miliardi di euro al PIL nazionale e creeranno 180.000 posti di lavoro. Queste infrastrutture sono essenziali in un mercato in continua evoluzione, in cui grandi gruppi come Amazon utilizzano al 100% i porti del nord Europa per le merci destinate all'Italia, escludendo i porti del Tirreno e dell'Adriatico.
Il convegno di Genova ha segnato per la prima volta una coesione e una concordanza di intenti che si estenderà a tutta la macroregione del Nord-Ovest, includendo i territori dell'Alessandrino, del Tortonese e dell'Astigiano.